Storia di Cau Nina 1960
Della mia infanzia ricordo i nonni, i miei zii, i miei cugini, la campagna e il mare. Ho presente anche i momenti piacevolissimi trascorsi in agro di Mores a rincorrere le galline, giocare con i cani e l'acqua quando i "grandi" annaffiavano l'orto, ben inteso in compagnia di mio fratello, delle mie sorelle, e dei miei cuginetti.Facevamo disperare la santa nonna convinta che le galline spaventate deponessero meno uova. L'uva ... la mia passione: esiste qualcosa di migliore di un bel grappolo appena colto, ancora bagnato di rugiada e mangiato a morsi come se fosse una mela? Ritrovarsi con la bocca e il mento appiccicosi e negare di averne mangiata? Io direi proprio di no. Dopo le medie a Porto Torres, avrei voluto continuare i miei studi al liceo linguistico di Cagliari o in quello tanto ambito di Pisa, ma i miei genitori si opposero fermamente a questa mia aspirazione, temevano per la mia lontananza dalla famiglia. Quindi mi sono orientata verso la scuola alberghiera di Alghero capace di farmi imparare tre lingue straniere: francese, inglese e tedesco. Mi dicevo che un po' di contabilità non mi avrebbe fatto del male. Ricordo la mamma che con la sua cultura limitata, letto un argomento od una regola matematica a noi indigesti, riusciva a spiegarceli e a farceli apprendere con una facilità straordinaria. Non di rado ci cimentavamo in gare per lo svolgimento dei compiti e lei era sempre la prima. Superato l'esame di qualifica mi sono iscritta al quarto anno a Sassari dove sono stata promossa. Ma avevo già dei formicolii alle gambe che mi invitavano a viaggiare, perciò durante l'estate del 1979 decisi di andare a lavorare in Germania (allora dell'ovest) per perfezionare il mio tedesco. Conobbi li mio marito Gilles allora arruolato nell'esercito francese con sede a Tublingen. Decidemmo di sposarci senza fare troppi conti con la lentezza della burocrazia che ci costrinse in un primo tempo a Bonn, sede dei nostri rispettivi consolati, ma senza alcun risultato. Rientrata in Sardegna, mia mamma si ammalò e con l'accordo di tutta la famiglia, volle organizzare il mio matrimonio che richiese altre perdite di tempo. Infatti su indicazione degli uffici anagrafici ci recammo prima al consolato di Genova dove ci avviarono al consolato generale di Roma e qui ci spiegarono l'iter da seguire. Il mio fidanzato fu costretto a recarsi a Parigi e lì aspettare 3 settimane la traduzione di alcuni documenti. Nell'attesa, purtroppo, mia madre fu ricoverata in ospedale; dunque procedemmo dietro sua insistenza al matrimonio avvenuto il 7/03/1982. Una settimana dopo di questo, sempre dopo consiglio di mia madre, mi ritrovai in Francia, terra sconosciuta, lingua allora inaccessibile per me, mi sentii ( e mi sento tutt'oggi) straniera. Lì ebbi, però, la gioia di avere i miei 3 diavoli: Alaine, Luc e Mario nati rispettivamente nel 1982, 1984 e 1985. Separata dall'ottobre 1996, mio marito è deceduto il 2/9/2006. A seguito di una banale caduta ho qualche problema al ginocchio sinistro che mi costringe a frequenti periodi di malattia, se non altro essi mi permettono di essere oggi (12/06/2008) in Italia in visita ai miei zii e cugini, sempre presenti nel mio cuore. Non so cosa l'avvenire ha previsto per me, ma il mio solo sogno è di ritornare in Italia. Tutto il mondo è bello, ricco di cose e culture meravigliose, ma d'ITALIA ce n'è una sola.