Della mia infanzia
ricordo i nonni, i miei zii, i miei cugini, la campagna e il
mare. Ho presente anche i momenti piacevolissimi trascorsi
in agro di Mores a rincorrere le galline, giocare con i cani
e l'acqua quando i "grandi" annaffiavano l'orto, ben inteso
in compagnia di mio fratello, delle mie sorelle, e dei miei
cuginetti.Facevamo disperare la
santa nonna convinta che le galline spaventate deponessero
meno uova. L'uva ... la mia passione: esiste qualcosa di
migliore di un bel grappolo appena colto, ancora bagnato di
rugiada e mangiato a morsi come se fosse una mela?
Ritrovarsi con la bocca e il mento appiccicosi e negare di
averne mangiata? Io direi proprio di no. Dopo le medie a Porto
Torres, avrei voluto continuare i miei studi al liceo
linguistico di Cagliari o in quello tanto ambito di Pisa, ma
i miei genitori si opposero fermamente a questa mia
aspirazione, temevano per la mia lontananza dalla famiglia.
Quindi mi sono orientata verso la scuola alberghiera di
Alghero capace di farmi imparare tre lingue straniere:
francese, inglese e tedesco. Mi dicevo che un po' di
contabilità non mi avrebbe fatto del male. Ricordo la mamma che con
la sua cultura limitata, letto un argomento od una regola
matematica a noi indigesti, riusciva a spiegarceli e a
farceli apprendere con una facilità straordinaria. Non di
rado ci cimentavamo in gare per lo svolgimento dei compiti e
lei era sempre la prima. Superato l'esame di
qualifica mi sono iscritta al quarto anno a Sassari dove
sono stata promossa. Ma avevo già dei formicolii alle gambe
che mi invitavano a viaggiare, perciò durante l'estate del
1979 decisi di andare a lavorare in Germania (allora
dell'ovest) per perfezionare il mio tedesco. Conobbi li mio
marito Gilles allora arruolato nell'esercito francese con
sede a Tublingen. Decidemmo di sposarci
senza fare troppi conti con la lentezza della burocrazia che
ci costrinse in un primo tempo a Bonn, sede dei nostri
rispettivi consolati, ma senza alcun risultato. Rientrata in Sardegna,
mia mamma si ammalò e con l'accordo di tutta la famiglia,
volle organizzare il mio matrimonio che richiese altre
perdite di tempo. Infatti su indicazione degli uffici
anagrafici ci recammo prima al consolato di Genova dove ci
avviarono al consolato generale di Roma e qui ci spiegarono
l'iter da seguire. Il mio fidanzato fu costretto a recarsi a
Parigi e lì aspettare 3 settimane la traduzione di alcuni
documenti. Nell'attesa, purtroppo, mia madre fu ricoverata
in ospedale; dunque procedemmo dietro sua insistenza al
matrimonio avvenuto il 7/03/1982. Una settimana dopo di
questo, sempre dopo consiglio di mia madre, mi ritrovai in
Francia, terra sconosciuta, lingua allora inaccessibile per
me, mi sentii ( e mi sento tutt'oggi) straniera. Lì ebbi,
però, la gioia di avere i miei 3 diavoli: Alaine, Luc e
Mario nati rispettivamente nel 1982, 1984 e 1985. Separata dall'ottobre
1996, mio marito è deceduto il 2/9/2006. A seguito di una banale
caduta ho qualche problema al ginocchio sinistro che mi
costringe a frequenti periodi di malattia, se non altro essi
mi permettono di essere oggi (12/06/2008) in Italia in
visita ai miei zii e cugini, sempre presenti nel mio cuore. Non so cosa l'avvenire ha
previsto per me, ma il mio solo sogno è di ritornare in
Italia. Tutto il mondo è bello, ricco di cose e culture
meravigliose, ma d'ITALIA ce n'è una sola.
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