Storia di Molfino Graziella 1933
Sono nata il 22 ottobre 1933 a Cima di Porlezza (CO), un paesello che si trova sulla sponda nord del Lago di Lugano, ultima di 15 figli. Ho trascorso la mia infanzia tra il lago e la montagna sovrastante. Ho frequentato al mio paese un anno di asilo e tre di elementari. Scoppiata la Seconda Guerra Mondiale ho vissuto anni di carestia. La mia "attività" sul lago è consistita nella pesca, su una barchetta a remi, di prezioso pesce che finiva sui nostri piatti, altrimenti vuoti, e nel recupero di legna che dopo i temporali galleggiava a pelo d’acqua. Sulla montagna il "divertimento" è consistito nel raccogliere legna, abbandonata dai boscaioli, e nel trasportarla a fascine sulle spalle: serviva con quella lacustre alla cottura del pesce d’acqua dolce e a riscaldare le stanze dell’abitazione. La casa dove sono vissuta era immersa nel verde, circondata da piante sulle quali mi sono arrampicata ed appollaiata per trascorrere un po’ del mio tempo a godermi la vista del lago sovente solcato da imbarcazioni a vela. Nel periodo della guerra, ancora fanciulla, con mia sorella Cecilia ed accompagnata da mio fratello Luigi, sono entrata clandestinamente in Svizzera dopo aver superato, con estrema spossatezza attraverso sentieri impervi, i monti sovrastanti Lugano. Abbiamo affrontato il viaggio alpestre in periodo invernale, in una notte fredda, gelida, con un vento impetuoso e pungente che stroncava maggiormente con la salita la nostra resistenza fisica già fiaccata dal morbillo con 40 di febbre superato solo da una settimana. Mi sono rifugiata per oltre un anno ai Guasti di Neggio, località sopra Lugano presso uno zio materno che gestiva una pensione ove io e mia sorella abbiamo prestato aiuto come lavapiatti, lustrascarpe ed altro. Finita la guerra e tornata al paese ho frequentato per tre anni l’istituto commerciale di Porlezza (CO) che dista circa 3 chilometri da Cima. La distanza era rigorosamente percorsa a piedi e nel periodo invernale con le mie compagne mi sono divertita ad acciuffare i ghiaccioli pendenti dalla volta delle due gallerie lungo il percorso. Terminati gli studi, dopo circa due anni di permanenza a Cima ove ho prestato aiuto in famiglia, mi sono trasferita a Milano con quattro fratelli ed una sorella: era l’Anno Santo, il 1950. Dopo un primo periodo trascorso ad accudire alle faccende domestiche, ho iniziato a lavorare come odontotecnica nello studio di mio fratello Fausto, ora medico dentista, e nel contempo ho svolto l’attività di fattorino in bicicletta per il ritiro e la consegna delle protesi dentarie in tutta Milano. In questo periodo ho anche fatto parte del coro, diretto da mio fratello Luigi, con il quale mi sono recata in diverse città d’Italia per serate canore. Nel 1961 ho conosciuto mio marito Francesco che allora prestava servizio ad Oria Valsolda al confine italo-svizzero.