Il nonno, per non sposare la ragazza
che in famiglia avevano scelto per lui, era emigrato (in
America?) e quel baule serviva per portare quello che gli
sarebbe servito.
Nel 1914 alla chiamata alle armi della
prima guerra mondiale, è ritornato in Sardegna ed è
partito per il fronte e inviato a combattere nel nord est
del FVG. Dopo la disfatta di Caporetto, è riuscito con un
suo compagno a "disertare" e si è rifugiato a
Casarsa della Delizia presso la casa
dei Tomè che lo manteneva
nascosto alle ronde.
Quando alla fine della guerra il Governo ha permesso a
quanti erano reduci di guerra di ritornare alle loro case,
ha chiesto ai Tomè di sposare
la nonna e si sono presentati al comando per il viaggio di
ritorno. Successivamente hanno ottenuto la residenza a
Fontanafredda dove sono nati
tutti i loro figli (2 sono morti a
Fontanafredda, una a
Mores prima del loro ritorno in Friuli
e 10 sono i fratelli e sorelle che sono ritratti nelle foto
che hai pubblicato nel sito.
Quando zia Gavina ha concluso la vendita della casa di Santo
Salvatore il tavolo che stava in cucina ed il baule sono
arrivati a Sacile con un trasportatore di mobili di
Brugnera che faceva la spola tra
Sardegna e continente per i mobilifici friulani.
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